26/10/16

Ed io Canterò



Agli uccelli hai donato il canto e loro te lo rioffrono in cambio

A me hai donato soltanto la voce, ma tu chiedi di più, ed io canterò.

(Rabindranath Tagore , Il Paniere di Frutta, LXXVIII)


Sembra che l'acqua della notte passata abbia portato via le albe incerte, la foschia, quell'atmosfera di color giallo ambiguo. L'alba di oggi è tornata a splendere di un giallo chiaro, deciso, regale. La forza con cui sta salendo ora, dona chiarezza, consapevolezza, forza e ci invita a rimanere uniti a Lui, al Sole. Se non fosse stato per il canto, questo filo di unione, sarebbe stato portato via, nella distrazione quotidiana, dai mille impegni apparentemente più urgenti e prioritari. Il Canto si fa priorità. Si fa mezzo ( non tanto fine) per crescere, per superare gli ostacoli, per stare bene e infondere coraggio, fiducia, forza, bellezza ad un mondo confuso come le albe di questi giorni che preparavano nuove scosse della terra, di noi. Fino a quando non si risveglierà quell' antica esperienza che ci rende legati al cosmo, a ciò che accade 'fuori', fino a quando non si risanerà quella ferita tutt'ora aperta che ci ha allontanato dalla nostra essenza, noi continueremo a Cantare. Cantare Canti speciali, suoni speciali, lingue speciali. Sono grata al Canto, alla Voce, alle lingue apprese, veicolo identitario di culture, atteggiamenti, modi di esistere.
Sono grata  ai miei Maestri, tutti quelli che ho incontrato fino a qui e quelli  che oggi mi danno la possibilità di cantare con gioia e risanare le ferite, riallineare ciò che andava storcendosi. Grata agli allievi che sono stati, sono, saranno.
Se aprite bene orecchie e cuore, c'è un canto in attesa di essere accolto da voi. Una promessa di risanamento, di ritorno alla sorgente.